Il Just Transition Fund (JFT) è un fondo strutturale messo a disposizione dalla Commissione europea nell’ambito delle politiche di coesione per il ciclo di programmazione 2021/2027, funzionale alla costruzione di sistemi innovativi in linea con il concetto di “Green Deal” del Consiglio europeo che prevede la transizione verso la neutralità climatica entro il 2050.
Il JTF è destinato a finanziare investimenti a sostegno della diversificazione economica e della riconversione produttiva dei territori dell’Unione più duramente colpiti dalla transizione verso un’economia climaticamente neutra in ciascun Stato membro, a partire da quelli maggiormente dipendenti da fonti fossili o caratterizzati da attività industriali ad alta intensità di carbonio, ovvero per quanto concerne l’Italia la Provincia di Taranto e il Sulcis in Sardegna.
La versione definitiva del piano operativo del JTF per Taranto, approvata dalla Regione Puglia nel mese di ottobre, è stata trasmessa a Roma all’Autorità nazionale di gestione. Si dovrà attendere il via libera dell’organismo centrale per rendere esecutivo il piano.
Risorse disponibili
A livello europeo, il JTF mette a disposizione 17,5 miliardi di euro. Con il cofinanziamento nazionale, all’Italia è destinato un importo superiore al miliardo di euro così ripartito:
- circa 370 milioni di euro per il Sulcis Iglesiente;
- circa 800 milioni di euro per la Provincia di Taranto, da spendere entro il 2029;
- circa 50 milioni di euro per l’Assistenza Tecnica.
Le otto azioni del programma nel contesto tarantino
L’economia tarantina è fortemente dipendente dal settore siderurgico, con una quantità significativa di emissioni di carbonio in atmosfera, tanto che la città di Taranto risulta essere tra le più inquinate d’Italia, nonché responsabile del 9% delle emissioni totali di CO2 a livello nazionale. Di queste, circa il 50% è prodotto dallo stabilimento Acciaierie d’Italia, una delle 4 aziende attive sul territorio che partecipano al EU Emission Trading Scheme (ETS), la più grande acciaieria d’Europa, che attualmente occupa circa 10.000 dipendenti diretti e altrettanti nell’indotto.
Il processo di decarbonizzazione mette a rischio posti di lavoro e richiede impegno per sostenere una transizione giusta, indirizzando il territorio verso alternative economiche e un sano sviluppo del polo siderurgico.
Gli obiettivi sfidanti e, quindi, le priorità di intervento individuate per il territorio della provincia di Taranto mirano dunque a:
- contrastare gli effetti della transizione incrementando la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili per le imprese e le persone e intervenendo sulle situazioni di compromissione ambientale;
- promuovere una diversificazione del sistema produttivo locale orientata a contrastare gli effetti della transizione;
- mitigare gli effetti sociali ed occupazionali della transizione.
Il piano per la Provincia di Taranto prevede le seguenti otto azioni:
- supporto alla produzione e allo stoccaggio di energia prodotta da fonti rinnovabili e all’efficientamento energetico dei processi produttivi;
- sostegno a progetti di ricerca e allo sviluppo della filiera dell’idrogeno verde;
- supporto a progetti innovativi per sostenere la transizione ecologica e tutelare le risorse naturali;
- sostegno alla transizione e alla diversificazione dell’economia locale, anche attraverso progetti di ricerca;
- rafforzamento della capacità di supporto tecnico a processi di innovazione e diversificazione economica del territorio;
- sviluppo imprenditoriale creazione d’impresa e investimenti produttivi;
- supporto alla creazione di corsi di riqualificazione per lavoratori a rischio e colpiti dalla transizione e percorsi formativi per la diversificazione economica; potenziamento dei servizi per la ricerca di lavoro;
- offerta dei servizi di cura e di carattere sociale.
I quattro macro-interventi per l’economia di Taranto
Nell’ambito della programmazione complessiva, il Comune di Taranto ha adottato linee di azione che dovranno sfociare nei seguenti quattro macro-interventi per i quali saranno richiesti complessivamente oltre 245 milioni di euro sugli 800 stanziati:
- la prima iniziativa, denominata “Sea Hub”, prevede di riorganizzare e rilanciare in chiave sostenibile il sistema produttivo legato al mare;
- la seconda iniziativa, denominata “Green Belt”, prevede di incrementare e valorizzare il patrimonio naturalistico attraverso il recupero di aree verdi esistenti, la riforestazione o nuova forestazione e la creazione di parchi urbani o loro riqualificazione;
- la terza iniziativa, denominata “MediNEB-Biennale del Mediterraneo”, prevede la fondazione di un centro Mediterraneo per la ricerca e l’innovazione in ambito culturale e creativo e per lo sviluppo del New European Bauhaus;
- la quarta iniziativa, denominata “IRIIS”, mira alla creazione di una struttura di ricerca permanente per la promozione della salute umana come bene globale.